Eresie – Diario di una giornata in redazione 23 settembre 2008

Il negozio di fiori che cercava esperti in arte
funeraria mi ha chiamato questa mattina. Il colloquio è fissato per domani.
Evidentemente tutto quello che ho scritto nella mail, la pura verità di quel che
sono e di quel che desidero, ha colpito il fiorista. E a questo punto sono molto
curiosa di vedere se ne può nascere qualcosa. Ma in questi giorni c’è
elettricità. Tutti i contatti che avevo preso, in un momento si sono
materializzati. Tanto da aver paura di non riuscire a ricordare tutti gli
appuntamenti e le mail da rimandare, con proposte e conferme. Ma devo restare
calma. Sappiamo bene che le danze possono finire in un istante. E si resta
sempre quelli senza sedia, ovvero fuori dal gioco, anche se la musica sembrava
promettere il divertimento più pazzo.
Per ora cerco di fare quello che devo
fare. Ovvero quasi nulla. Tranne ascoltare le lamentele di turno. E tenere a
bada la fissità dei colleghi su certi temi. per esempio ho scoperto che non si
può affrontare un delegato sindacale e dire chiaro e tondo che non ha capito
nulla di quello che accade. Che chiudere gli occhi non ha senso. Che non
pretendere i propri diritti crea precedenti pericolosi. Non si può, viene detto,
perché quando bisogna afftonare il nemico (l’editore), bisogna essere compatti e
non mostrare inimicizie. Sarà. Ma in questo modo il comportamento discutibile
può andare avanti per anni. perché il conflitto non si ferma mai, anzi, diventa
sempre più duro. L’ultima rivista che è uscita, un patinato maschile pieno zeppo
di pubblicità, viene fatto da uno staff redazionale ridotto ai minimi termini. E
una marea di collaboratori esterni. Eppure l’editore è uno dei più grandi e
solidi in Italia. UN precedente pericoloso? Non più di tanto. Di esempi come
questo ce ne sono a centinaia. E in fondo, a me che sono eretica viene da
pensare, perché lamentarsi se le redazioni sono piccole, quando in quelle grandi
la gente viene lasciata senza lavoro? La sensazione è sempre più forte. La
mobilità non farebbe male, anzi, Farebbe benissimo a tutti. Purchè anche gli
editori si trovino improvvisamete senza personale, e ne abbiano bisogno, purchè
si possa cambiare spesso e quando si vuole. Purchè  nonsi debba venire
cancellati professionalmente ed economicamente perché resti a spasso per qualche
mese. Insomma le solite utopie.

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