Ecatombe- Diario di una giornata in redzione 24 settembre 2008

Ecatombe. In altro modo non si può definire. Dopo aver fatto fuori il direttore precedente in un colpo solo, il brillante neo direttore di una testata sottoposta alla mc donaldizzaione culturale (o se vogliamo sarebbe più giusto dire il lacchè, visto che i licenziamenti li fanno in realtà gli amministratori delegati e i loro capi del personale), ha fatto carambola liceniando anche il vicedirettore.
Ora a noi di questa storia potrebbe non importare assolutamente nulla.  I vicedirettori si comportano sempre in modi molto border line. Ed è davvero difficile alcune volte considerarli colleghi. Ma invece lo sono (e questo rende ancora più difficile capire perchè spesso stanno dall’altra parte). Risultato, a differenza dei direttori, non sono dirigenti, ma sottoposti pure loro. Dunque non possono essere licenziati. Se questo fosse possibile, domani potrebbero essere licenziati anche altri. Altri che, come in questo caso, si potrebbero veder recapitare una lettera falsamente gentile che recita più o meno così: gentile signore, poichè la sua posizione è stata soppressa e non abbiamo altri ruoli paragonabili da offrirle, voglia considerare fin d’ora interrotto il suo rapporto di lavoro….
La sua posizione di lavoro è stata soppressa è una frase orribile. Perché viene il sospetto che sia un errore di stmpa. In realtà volevano proprio scrivere lei è stato soppresso.
Ma com’è possibile che un licenziamento fuori da ogni regole (contratto, di lavoro, statuto dei lavoratori….) venga lo stesso effettuato? Semplice. Gli editori stanno provando ad alzare il tiro sempre più in alto, per vedere cosa raccolgono. Visto che si trattava di un vicedirettore, le redazioni avrebbero potuto benissimo dimostrare indifferenza, e la cosa sarebbe passata più o meno nel silenzio. Certo: avrebbero avuto una causa dal lavoratore in questione. Ma si sarebbero concordati sui soldi e morta lì. Nel frattempo avrebbero però ottenuto una cosa: la gente avrebbe imparato che nulla è certo, nulla è per sempre. Tanto meno il posto di lavoro con contratto indeterminato e non licenziabile. Non credo che arriveranno davvero a licenziare molti altri (incrocino le dita tutti i dipendenti della casa editrice in questione). Credo invece che in questo modo si ottenga con una piccola bomba l’effetto di far stare zitte e buone le persone. Tutti noi abbiamo da qualche parte un sentimento da schiavi.  E queste deflagrazioni vengono concepite apposta per farlo saltare fuori, bello vivace. La vittima sacrificale, anche se venisse imposta la sua reintegrazione, non tornerebbe comunque. Diventerebbe semplicemente un utile fantasma, da sventolare quando ce n’è bisogno. 

 

 

 

 

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