Cacciatori di teste-Diario di una giornata in redazione 1 settembre 2008

Arriva una comunicazione sulla intranet aziendale: cercano un web developer per uno dei nuovi siti che verranno fatti. Internet è il secondo core business dell’azienda, è stato ripetuto più volte dall’amministratore delegato. Vabbè, il sito per cui lavoravo è stato congelato da un giorno all’altro, e io sono stata spostata di redazione, perché diventata inutile. ma è solo un caso. Loro continuano a pensare alla grande perchè internet è il futuro.
Pensano così alla grande che offrono persino un premio al dipendente che segnala i candidati più promettenti. Insomma, per ingrassare la nostra busta paga, abbiamo la possibilità di trasformarci in cacciatori di teste. Per ogni persona presentata 100 euro (gli dico che se metto in rete questa notizia ne saltano fuori almeno 100 e ci mettiamo d’accordo?). Se poi si ha la fortuna di aver presentato quello giusto, la cifra sale a 500. Bel colpo.
Una azienda dinamica insomma. Da una parte fa in modo che una grafica in maternità venga sostituita con una persona regolarmente assunta a tempo determinato che occupa e scalza il suo posto. Quando tornerà le verrà offerto invece di fare il photo editor. Dall’altra congela un sito da un giorno all’altro semplicemente perché continuando ad applicare le regole dell’economia classica del capitale  al web, non riesce a capire come mai non riesce a guadagnare da questo strano mondo che si chiama internet. Infine continua a regalare lo stipendio a persone che lascia senza lavoro, solo perché spera che i lavoratori seguano regole di mercato totalmente differenti da quelle che vengono applicate al suo interno. Tanto vale dunque trattarli male, tanto nelle altre case editrici ci sono numerosissimi posti disponibili, la mobilità esiste (a differenza della mafia e dell’effetto serra) e basta licenziarsi per togliersi da una situazione scomoda.
Oggi sono un po’ distratta lo ammetto. Il week end di lavoro (altro) è stato bellissimo. Ho prodotto cose belle e interessanti. E le ho ancora nella mente. Ma giuro. Ora mi metto a lavorare. Dopo il caffè, la pausa chiacchierata, i saluti, la telefonata…..

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