Ornella Pascera è una "operatrice dell’informazione". Negli ultimi
tempi non c’è definizione più adatta.Una identità multipla e
flessibile, alla quale vengono chiesti i lavori più disparati e che non
corrisponde più a nessuna professionalità precisa.
Che mestiere fa Ornella? Difficile dirlo.
Scrivere, correggere le bozze, controllare e rivedere quello che
scrivono altri, per non parlare delle inchieste o delle ricerche sul
campo, sono lavori che appartengono al passato. Ora se ne sono aggiunti
centinaia d’altri: alimentare e controllare la community del sito web
di un giornale, fare il modo che gli utenti lavorino e producano
contenuti, cercare le fotografie disponibili gratuitamente sul web,
prendere contatti con gli sponsor, creare il nuovo giochino
richiesto dai pubblicitari per attirare l’attenzione sul nuovo suv per
giovani……
Ornella non è un tutt’uno. Ornella può assumere mille forme, quelle di
ognuna delle mille persone che fanno il suo stesso lavoro, quelle di
tutti coloro che possono identificarsi con una parte di lei, e
condividerne i problemi. Ornella è un’identità multipla e flessibile,
che può trasformarsi in mille modi.
In lei ci sono parti che
appartengono a tutti quelli che lavorano nel variegato mondo
dell’informazione, parti di quelle altre mille identità flessibili che
sono costrette a mimetizzarsi e a mutare di giorno in giorno, a seconda
dei voleri del pubblico, o forse sarebbe più giusto dire a seconda dei
voleri di chi il pubblico lo pilota, conducendolo, per mano, in modo
divertente e spettacolare ovviamente, verso un rassicurante pensiero
monoculturale, verso la mac donaldizzazione dei cervelli, verso la
lucida, rossa, splendida ed enorme bocca della pubblicità.
Anche Ornella mangia. E diventa sempre più grande. Si alimenta con i
racconti che ciascuno può regalarle: esperienze del proprio lavoro,
storie di contratti di tre mesi, storie di ruoli che non vengono
riconosciuti, storie di mobbing, storie di inchieste mai pubblicate,
storie di articoli che raccontano realtà inesistenti, ma anche
riflessioni su come stanno cambiando giornali, internet,
l’informazione, la gente, il desiderio di sapere, il desiderio di dire,
il desiderio di capire, il desiderio di agire.
Anche tu pui contribuire a farla diventare importante. Anche tu puoi
fare in modo che diventi più visibile, anche tu puoi modificare
il suo percorso lavorativo e le sue esperienze, arricchendole con le
tue. Anche tu puoi aiutarla a dimostrare che i padroni dei giornali non
ascoltano chi lavora per loro, e tanto meno i lettori.
Racconta a Ornella la tua redazione quotidiana, raccontale come pensi
debba cambiare un mondo che è rimasto in mano di pochi, quando invece
tutti credono sia diventato di tutti. Racconta storie di contratti di
tre mesi che vengono rinnovati da quattro anni, di promesse mai
mantenute, di ruoli che fanno un lavoro al posto di una altro, di gente
che viene spostata da qui a lì per il piacere di un direttore, di gente
che deve fare otto lavori contemporaneamente, perché così ha deciso
l’ultimo arrivato dei direttori del personale, di maternità che si
trasformano in condanne all’ergastolo di un lavoro minore e mal pagato.
La vita di Ornella prenderà così una forma sempre più simile a quella
reale.Orny Pascera (come la stilista Serpica Naro o la ricercatrice
Nora Precisa) è uno dei multiformi anagrammi di San Precario, patrono
di tutti i precari indeterminati. La sua adattabilità alle multiformi
richieste del mercato è la tua. Fai in modo che la figura del
"vecchio giornalista" scompaia, e creane una nuova condividendo con gli
altri la tua realtà, e ricorda a tutti che il precariato non affligge
solo il lavoro. Precaria è anche una informazione che non capisce che
si sta trasformando, e soprattutto viene scelta dai padroni della
politica, delle automobili, degli orologi, dei maglioni, delle creme
anti rughe, degli yogurt, dei reggiseni, dei sandali, delle bibite,
delle borsette, dei cellulari, dei rossetti….