La fine del giornalismo: il nuovo contratto. Diario di una giornata in redazione 24 marzo 2009

CONTRATTO GIORNALISTICO:
il 23 marzo è lunedì. Arriva in readazione una mail che ha questo contenuto: via libera della Giunta della Fnsi
alla firma (prevista per il 25 marzo). Due giorni dopo.
Mandato ampio per Franco Siddi. Aumento
di 260 euro per il redattore ordinario.
Scatti: i primi tre restano biennali
e al 6%; gli altri  (senza un tetto)
avranno cadenza triennale.
I due punti più innovativi della parte
normativa: multitestata e migrazione
da una testata all’altra per i redattori.
I “capi” diventano dirigenti e, quindi,
saranno licenziabili (riceveranno 26
stipendi al posto dei 13 attuali).
Il sindacato prepara il referendum.

Bene. A fronte di una manciata di soldi, di cui nessuno se ne fa qualcosa, perché non cambiano la qualità della vita, ci giochiamo per sempre la professione.
Più avanti infatti viene spiegato più in dettaglio cosa si intende per multimedialità:
"Non ci sarà più in sostanza il vincolo della testata di riferimento, che legava il giornalista a un solo collettivo redazionale. La flessibilità sarà contrattata e regolata: si può lavorare nell’arco dell’orario stabilito dal contratto per più testate che diffondono notizie su piattaforme diverse (quelle che già troviamo nelle redazioni sulle work-stations di ultima generazione). Ma si risponde ad un direttore e non si esce dal solco del rispetto dell’autonomia e della dignità professionale. In sostanza, senza muoversi dal tavolo di lavoro abituale il giornalista, nell’arco dell’orario stabilito dal contratto, potrà scrivere, su richiesta del direttore o dei direttori, non solo per la testata di cui & egrave; redattore  ma anche per le altre testate del gruppo editoriale di cui fa parte (tv, radio, agenzie di stampa, periodici, edizione online). Tutti questi passaggi saranno contrattati. Ovviamente è esclusa una utilizzazione selvaggia dei singoli. Sulle aziende graverà il costo legato ai corsi di formazione obbligatori per tutti i giornalisti che saranno coinvolti nella multimedialità.
La novità è l’introduzione di “pool” in grado di produrre contenuti “specialistici” per più testate dello stesso gruppo  nel rispetto  dell’autonomia dei giornalisti e delle specifiche legislative e del contratto. I “pool” saranno delle testate con un direttore responsabile: funzioneranno come agenzie di stampa interne, che produrranno servizi per le varie testate della casa editrice.
Ai giornalisti potrà essere chiesto dai direttori di migrare, – nell’ambito della stessa casa editrice e nel rispetto della propria professionalità e della propria identità sociale -, da una testata all’altra. Mantenendo lo stesso stipendio si intende".
Ai più distratti, a chi non ha mai lavorato in una redazione, il problema può non sembrare drammatico. Che male c’è a lavorare oggi per due pagine dedicate all’ uncinetto e che compariranno sul femminile, e domani per una inchiesta sul latte contaminato che uscirà invece sul settimanale. Viv la diversità, così non ci si annoia. Che male c’è a scrivere oggi un articolo, e domani mettersi a risistemare il sito web del gironale? Anzi, così si dimostrano le proprie capacità professionali. Il problema però c’è. Basta alzare la tenda, o anche provare a passare tre mesi, da precario, ma anche non, in una di queste situazioni. Il lavoro di giornalista, come tutti i lavori della conoscenza, non si basa su una macchina. La macchina è il cervello. Non si basa sull’organizzazione del lavoro, il lavoro viene organizzato individualmente. Ciò significa che se non si riesce a fare quello che viene richiesto, non ci sono limiti. Il limite è solo personale. Dunque se mi vengono affidati contemporaneamente un impaginato, un sito web e un articolo, cercherò di fare tutti e tre, non importa in quali ore e con quali fatiche, eprché altrimenti il mio direttore mi farà notare che non mi sono "impegnato" abbastanza.
Fai parte del pool e non stai al ritmo? Non c’è problema: il tuo contratto non verrà rinnovato. E se per caso hai avuto la fortuna di essere già passato alla stretta cerchia degli Eletti assunti Per Sempre, verrai confinato in situazioni via via sempre meno interessanti. Ti verrrà richiesto di cipiare e incollare i testi degli altri nel sito internet, o di sistemare l’html, non certo di scrivere tu qualcosa che abbia senso. La tua eventuale esperienza nell’ambito di un argomento poi verrà cancellata per sempre. Eri uno che sapeva muoversi e selezionare le news di scienza, distinguendo bufale da notizie serie? Eri uno che conosceva a fondo le tendenze della cultura digitale? Non c’è problema. Puoi continuare a seguirele, a leggere quello che ti pare, a mantenere il tuo interesse, se hai tempo per farlo. per il resto potrai invece provare l’ebbrezza di eprdere tutti i tuoi contati per conquistare quelli delle aziende che ti propongono oggetti fashion, oppure alimenti preconfezionati per bambini. IN fondo, per ddare una forma meno oltraggiosa alla velina di un ufficio stampa, non ci vuole troppo cervello.
La situazione insomma è ideale: è evidente che i media mainstream si stanno scavando la fossa con le loro mani. NOn ci potrà essere nessuna qualità nei loro prodotti, perché non ci sarà più nessuna qualità nelle professioni coinvolte. E forse persino un call center (che comunque ha un orario di lavoro e non impegna troppo la testa) potrà sembrare più allettante di un posto da precario in una redazione dove ci si troverà a fare di tutto, senza orari e soprattutto senza mai poter costruire un minimo di esperienza che possa poi essere in qualche modo spesa altrove.
ma anche il sindacato non è da meno: la comunicazione non è stata pubblicata sul sito nazionale dell’Fnsi, in più è comunque circolata a due giorni dalla firma effettiva. Ai cdr e ai lavoratori verrà chiesto un parere? Certamente, ma dopo. Un sistema da democrazia centro africana, applicato a una categoria che, il dubbio è lecito, di merita solo questa fine.

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